Uno dei
primi annunci del governo Renzi è stato quello di voler mettere mano al mondo
del lavoro tramite il cosiddetto "Jobs Act", piano di
ristrutturazione propagandato ormai da alcune settimane e indirizzato
soprattutto al mondo dei giovani.
A dispetto della ventata di novità di cui Renzi si è
autoproclamato portatore, il Jobs Act si pone in realtà in perfetta continuità
con le politiche sul lavoro applicate negli ultimi anni da governi di ogni
colore.
L'impianto principale del provvedimento poggia infatti su un'ulteriore
flessibilizzazione dei contratti di lavoro: innanzitutto il periodo entro il
quale è possibile rinnovare contratti a termine viene allungato a ben otto
volte in tre anni. In secondo luogo vengono eliminate le tutele dell'articolo
18 per tutti i neo-assunti per i primi tre anni, mentre vengono modificati
anche gli apprendistati, per i quali viene eliminato l'obbligo di formazione
così come l'impegno ad assumere a tempo determinato una parte degli
apprendisti. Infine il Jobs Act prevede anche un riordino degli ammortizzatori
sociali: il tanto decantato sussidio di disoccupazione andrà infatti a
sostituire e cancellare tutte le altre forme di sostegno, determinando di fatto
un taglio degli ammortizzatori sociali complessivamente disponibili.
Insomma: sempre maggiore precarizzazione, riduzione dei
salari e di ogni garanzia sono alla base dell'idea del Jobs Act, che andrà a
colpire innanzitutto le fasce più giovani di lavoratori.
La disponibilità ad accettare contratti e condizioni
progressivamente peggiori è stata in questi anni sempre sbandierata come
soluzione per rimettere in moto il mondo del lavoro. Tuttavia, diversi studi
hanno dimostrato proprio il contrario, e cioè che la ricetta della precarietà
non funziona.
L'obiettivo celato dietro questo tipo di politiche è in
realtà quello di creare un mondo del lavoro sempre più frammentato e
disciplinabile che metta a disposizione manodopera a basso costo e facilmente
ricattabile.
Di tutto questo abbiamo parlato ai microfoni di Parole
Ribelli con Marco, sociologo del lavoro, che ci ha illustrato il contenuto del
Jobs Act e le sue conseguenze: